
Evgeny Yudin
Autore
Qualifica: International Health Access Consultant
Posizione: Founder of Pillintrip.com
Azienda: Pillintrip.com – International Health and Travel

Viaggiare con i bambini è sempre un misto di entusiasmo e logistica, ma nulla rovina un viaggio più rapidamente di una malattia imprevista. Uno dei colpevoli più comuni? La varicella. Nel corso degli anni, ho visto tantissime famiglie — compresa la mia — alle prese con questa insidiosa infezione lontano da casa. In questa guida condivido ciò che ho imparato: la scienza, la prevenzione, i passaggi pratici e le storie vere di genitori che ci sono passati.
Perché la varicella è importante per chi viaggia
La varicella (varicella) può sembrare un “rito di passaggio” dell’infanzia, ma in viaggio può diventare una vera e propria crisi di salute e logistica. È contagiosa, può impedirti di partire a causa delle regole delle compagnie aeree e in rari casi può risultare pericolosa. Secondo il CDC, il virus si diffonde facilmente e in modo imprevedibile, motivo per cui va affrontato come priorità nella preparazione al viaggio.
Da genitore, l’ultima cosa che desideri è trascorrere le vacanze in quarantena in una stanza d’albergo mentre tuo figlio combatte febbre e eruzione cutanea. Eppure ho lavorato con famiglie che hanno dovuto prolungare il soggiorno, annullare voli e cercare cure mediche all’estero in fretta e furia. Ecco perché la preparazione è fondamentale.
I tanti volti della varicella
Non tutte le varicelle sono uguali. La maggior parte dei bambini manifesta la forma classica, con macchie rosse che si trasformano in bolle piene di liquido prima di formare croste. Ma ci sono altre varianti:
- Varicella breakthrough: si presenta nei bambini vaccinati; di solito è più lieve, con meno macchie e senza febbre o con febbre molto lieve.
- Forme atipiche: eruzioni che compaiono in zone esposte al sole o irritate.
- Casi gravi: forme bollose (grandi bolle), emorragiche (lesioni sanguinanti), o disseminate che coinvolgono polmoni, cervello o fegato. Sono rare, ma richiedono cure ospedaliere immediate.
L’American Academy of Pediatrics sottolinea che nella maggior parte dei casi la malattia è lieve, ma riconoscere i segni di complicazioni — febbre alta, difficoltà respiratorie, confusione mentale — è essenziale.
Storie vere di viaggio che colpiscono

A volte le statistiche non colpiscono finché non si ascolta una storia vera. Su Reddit, un genitore ha raccontato di come suo figlio sia stato colpito dalla varicella durante una vacanza di quattro settimane in Corea del Sud. Invece di visitare siti turistici, la famiglia si è trovata ad affrontare la barriera linguistica, cliniche locali e la necessità di prolungare il soggiorno in hotel.
Un altro papà ha raccontato su r/daddit come mesi di risparmi siano andati persi quando suo figlio ha contratto la varicella proprio prima della vacanza tanto attesa. Ha descritto la frustrazione per il denaro perso e le aspettative deluse — una sensazione che molti genitori conoscono bene.
E su r/delta, i passeggeri hanno dibattuto sull’etica e i rischi di far salire a bordo un bambino con la varicella. La discussione ha mostrato sia empatia che rabbia — la prova che questa malattia non colpisce solo le famiglie, ma coinvolge tutto il sistema dei viaggi.
Per chi preferisce spiegazioni chiare e visive, ecco un breve video pratico del dottor O’Donovan — medico britannico — che spiega la varicella in modo semplice: cosa osservare, chi è a rischio e come prendersi cura di un bambino malato durante il viaggio. Che tu sia nuovo sull’argomento o abbia bisogno di un promemoria rapido prima della prossima vacanza in famiglia, questa guida riassume tutto ciò che serve sapere ai genitori.
Prevenzione: la migliore assicurazione di viaggio
La difesa numero uno è il vaccino. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda due dosi: la prima a 12–15 mesi, la seconda a 4–6 anni. Per bambini più grandi e adulti non vaccinati sono essenziali due dosi a distanza di 4 settimane.
Ma la prevenzione non finisce con il vaccino:
- Controlla lo stato vaccinale: almeno un mese prima della partenza.
- Pratica una buona igiene: lava spesso le mani, copri la bocca quando si tossisce, evita il contatto stretto con persone malate.
- Organizza una pausa di sicurezza: non prenotare voli internazionali subito dopo la prima dose — attendi che si sviluppi la risposta immunitaria.
Il mio consiglio da professionista? Prendi appuntamento in un ambulatorio per viaggiatori 4–6 settimane prima di partire. Potrai aggiornare i vaccini, informarti sui rischi locali e ricevere consigli personalizzati.

Riconoscere i sintomi precocemente
La varicella di solito si manifesta 10–21 giorni dopo l’esposizione. I primi segnali sono febbre, stanchezza e perdita di appetito. Poi arriva l’eruzione: macchie rosse che diventano bolle, di solito iniziano sul torace o sulla schiena e poi si diffondono.
Ai genitori dico sempre: se tuo figlio sviluppa febbre e macchie inspiegabili durante un viaggio, pensa subito alla varicella finché il medico non esclude altre cause. Riconoscerla rapidamente permette di isolarsi, chiedere consiglio medico e proteggere gli altri.
Compagnie aeree e varicella: perché volare non è un’opzione
La maggior parte delle compagnie ha regole rigide. Il bambino è considerato contagioso da 1–2 giorni prima della comparsa delle macchie fino a quando tutte le bolle sono ricoperte di croste, di solito per circa una settimana. In questo periodo non si può volare.
Esempi:
- British Airways: nessun viaggio fino a 6 giorni dopo la comparsa dell’ultima bolla, con certificato medico.
- Ryanair/easyJet: almeno 7 giorni dopo la comparsa dell’ultima macchia.
- Virgin Atlantic: tutte le macchie devono essere crostificate e senza febbre.
Ecco perché la storia dell’aereo su Reddit ha senso — nessuno vuole restare bloccato in una cabina con un virus contagioso.

Cosa fare se tuo figlio prende la varicella all’estero?
Primo passo: cerca assistenza medica. Anche se il caso è lieve, una conferma locale aiuta per terapie, assicurazione e documenti di viaggio. Secondo passo: isolamento. Prevedi di prolungare il soggiorno di 5–7 giorni. Terzo passo: comfort e cure:
- Bagni freschi d’avena per alleviare il prurito.
- Lozione alla calamina o antistaminici (cetirizina) per ridurre la reazione cutanea.
- Paracetamolo per la febbre (mai aspirina, per il rischio di sindrome di Reye).
- Taglia le unghie corte per evitare infezioni da grattamento.
Le storie di Reddit sono emblematiche — spesso i genitori si trovano improvvisamente in quarantena, a prolungare il soggiorno in hotel o a negoziare con le compagnie aeree.
La questione soldi: assicurazione
Qui la preparazione fa la differenza. Una buona polizza di viaggio può coprire cure mediche d’emergenza, notti extra in hotel e persino cancellazioni. Senza di essa si rischiano spese impreviste anche molto alte.
Ho consigliato una famiglia il cui figlio si è ammalato poco prima della partenza: l’assicurazione ha rimborsato l’intero costo della vacanza. Al contrario della storia raccontata su Reddit — senza copertura, la perdita è totale.
Quando la varicella non è lieve
La maggior parte dei casi si risolve a casa. Ma le forme gravi — polmonite, encefalite o varicella emorragica — richiedono cure urgenti. Se il bambino ha difficoltà respiratorie, febbre persistente o sintomi neurologici (forte mal di testa, confusione mentale, rigidità del collo), non aspettare: vai subito in ospedale.
Ai genitori dico sempre: fidatevi del vostro istinto. Se qualcosa vi sembra strano, probabilmente lo è.

Checklist pratico per i genitori
Prima di partire:
- Conferma le vaccinazioni.
- Acquista un’assicurazione che copra le malattie dei bambini.
- Prepara un kit di base: antifebbrile, antistaminico, calamina, termometro.
Durante il viaggio:
- Incoraggia la pulizia delle mani.
- Evita il contatto con viaggiatori malati.
- Tieni sempre a portata di mano il contatto del pediatra.
Se compare la varicella:
- Vai dal medico.
- Isolati finché le bolle non sono crostificate.
- Documenta la guarigione per l’autorizzazione al volo.
Pensieri finali

La varicella non deve rovinare il tuo viaggio. Con vaccini, preparazione e un po’ di flessibilità puoi gestire la situazione con serenità. Come ricorda il CDC, la prevenzione è la miglior difesa. E se il peggio accade, ricorda i genitori di Reddit — non sei solo e la maggior parte dei bambini guarisce in fretta.
Viaggiare è caotico, imprevedibile e talvolta interrotto da febbri e eruzioni cutanee. Ma questa è la storia che viviamo come genitori. La chiave è prepararsi, restare calmi e saper adattarsi — perché i ricordi (anche quelli delle notti extra in hotel) durano più dei piccoli inconvenienti.
FAQ: Le domande più comuni dei genitori su varicella e viaggi
1. Mio figlio può volare appena dopo la varicella?
No. Le compagnie considerano i bambini contagiosi finché tutte le bolle non sono crostificate — di solito 5–7 giorni dopo la comparsa dell’ultima macchia. Serve un certificato medico per dimostrare che non è più infettivo.
2. Cosa fare se mio figlio prende la varicella all’estero?
Vai subito dal medico per conferma e indicazioni. Preparati ad isolarti e a prolungare il soggiorno. La maggior parte degli hotel e assicurazioni è abituata a questa situazione, quindi il referto di una clinica locale aiuta a gestire rimborsi e cambi viaggio.
3. Dovrei vaccinare mio figlio prima di partire?
Sì, meglio farlo. Il vaccino è efficace per oltre il 90% nel prevenire l’infezione, e anche se dovesse ammalarsi la sintomatologia sarebbe molto più lieve. Pianifica la vaccinazione almeno un mese prima della partenza.
4. Come posso rendere il viaggio più confortevole se mio figlio si ammala?
Gestisci la febbre, allevia il prurito e assicurati che il bambino sia ben idratato. Bagni d’avena, calamina, antistaminici e paracetamolo possono aiutare. Tieni le unghie corte per evitare infezioni cutanee.
5. Qual è il più grande errore che fanno i genitori quando viaggiano con rischio varicella?
Pensare “a noi non succederà”. In realtà la varicella può colpire ovunque. Saltare l’assicurazione, rimandare il vaccino o partire senza kit di primo soccorso sono errori evitabili che costano soldi e serenità.
